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"Alice nel paese delle meraviglie è una storia incentrata sul concetto della crescita, un viaggio alla ricerca del proprio spazio, delle giuste proporzioni per respirare la vita. E’ un racconto in cui la protagonista cerca una sua dimensione, è per questo che rimpicciolisce, quindi diventa gigantesca e poi di nuovo minuscola. Prende le misure, senza sapere bene come regolarsi.

Come si fa a crescere se ciò significa diventare essere giudicanti e autoritari, come si può restare piccoli senza sentirsi schiacciati dal mondo dei grandi?

Alice attraversa esperienze che le insegnano una prospettiva di vita del tutto diversa,  ognuno dei personaggi che incontra la mettono di fronte a un filamento del suo modo di essere che interroga e vuole conoscere nel tentativo di recuperare una sua identità.

Il Paese delle meraviglie le consente di scuotersi da uno stato di indolenza e di noia, stimola la sua curiosità, la porta a guardarsi attorno, a ragionare con la sua testa, a sbagliare anche, comunque a far emergere una nuova parte di sé, quella che la porterà a rivedere tutte le sue precedenti certezze.

Si trova smarrita, non sa più chi è, sospesa in uno scomodo bilico in cui non capisce se conviene rimanere grande o piccola, è alla costante ricerca di un equilibrio. Cerca il suo orientamento in un bosco, in un labirinto, si perde negli atteggiamenti incomprensibili dei tanti personaggi che incontra e alla fine vuole soltanto tornarsene a casa sua, ma prima di questo riesce ad attuare un grande atto di coraggio: dire la sua al cospetto della Regina, dare la sua visione delle cose, essere in qualche modo adulta. Poi si sveglia e rientra alla sua vita normale, fatta di gesti quotidiani e rassicuranti.

Ma dopo il sogno è tutto diverso, lei è finalmente cresciuta. Offrire a se stessi nuovi punti di vista, nuove possibilità, nuove occasioni di crescita è una delle prospettive chiave del libro. 

Perdersi per poi ritrovarsi nel Paese delle meraviglie, a tutti noi, non farebbe poi tanto male."

"Quest’opera ha sicuramente un importante valore educativo, anche se suo scopo principale non è quello di educare e di ammonire il lettore, bensì di lasciarlo fantasticare e immaginare quel paese delle meraviglie, apparentemente illogico, assurdo e distante, ma in realtà assai vicino al suo bisogno di evasione. Il libro infatti aiuta i grandi a vedere il mondo con gli occhi dei bambini, a capire come molto spesso i piccoli perdano sicurezza nella propria identità, si sentano soli e incompresi dagli adulti, e aiuta i bambini a ritagliarsi uno spazio-tempo dedicato a loro, alla fantasia, all’avventura, all’immaginazione, sapendo però poi ritrovare la strada di casa e apprezzare la bellezza che anche il mondo ordinario può avere al suo interno. Leggendo questo libro, il piccolo lettore potrà sviluppare progressivamente un percorso verso la propria autonomia, potrà riflettere sulle motivazioni e sulle regole che guidano il suo comportamento, diventandone maggiormente consapevole. Inoltre, immedesimandosi nella protagonista, potrà acquisire nuovi strumenti per affrontare gli ostacoli che senza dubbio fortificano ogni esistenza umana, ma che rappresentano molto spesso delle difficoltà molto forti, specie se è un bambino a viverle (ad esempio la mancanza di sicurezza nell’adulto, la solitudine, l’incomunicabilità con gli altri). Alice rappresenta pertanto un esempio di continua crescita e maturazione personale,di ricerca costante della propria identità. Il bambino leggendo si imbatterà in questo viaggio nella conoscenza del proprio Io e vivrà le sue avventure in un contesto protetto, come solo un buon libro sa essere, potendo fare le prove generali della vita, sperimentando e capendo ciò che si vuole o si potrebbe diventare, in maniera sublimata, (cioè senza conseguenze negative per se stessi e per gli altri). Si consiglia perciò questo libro a chi ha bisogno di evadere dal mondo ordinario, a chi sa ancora stupirsi (o desidera tornare a farlo!) e sicuramente, a tutti i piccoli che vogliono diventare grandi e imparare a vivere in maniera matura tutte le esperienze che la vita propone loro, mantenendo però quegli occhi bambini, quella capacità unica di guardare il mondo e di meravigliarsi davanti alla sua bellezza, che solo chi ha un metro o poco più di altezza può avere, poiché spesso gli adulti se ne dimenticano."

 

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